Collana all’Uncinetto Freeform

Come sempre mia sorella dopo aver visto il mio girocollo all’uncinetto lavorato con la tecnica freeform mi ha subito chiesto di realizzarne uno anche per lei.

Il principio che ho utilizzato per fare la collana all’uncinetto freeform per mia sorella è lo stesso che ho usato per creare la mia.

Anche in questo caso ho tagliato con un paio di tronchesine il filo di ferro della lunghezza ideale per realizzare una collana.

Subito dopo ho arrotondato le due estremità del filo sia per impedire che esca dalla lavorazione, ma soprattutto per evitare che chi lo indossa possa in qualche modo ferirsi. Quindi, come puoi immaginare, questo è un passaggio, ma essenziale  😉

Realizzata la base non resta altro da fare che rivestirla e cominciare la lavorazione della collana all’uncienetto freeform .

Se hai un uncinetto abbastanza sottile, da riuscire a passare nei forellini ottenuti arrotondando il filo di ferro ti consiglio di iniziare a rivestire la collana proprio da lì.

Altrimenti lascia una lunga coda di filo non lavorato in modo tale da poter rifinire quella parte con l’ago alla fine della realizzazione della collana all’uncinetto.

Per realizzare questo girocollo freeform ho usato del cotone n°8, per alleggerirla un po’, ma nulla vieta di usare un filato più doppio, anche se personalmente non andrei oltre in numero 5 (ma solo per un mio gusto personale).

A differenza di quella che ho realizzato per me che, diciamo è più minimale, la collana all’uncinetto freeform che ho fatto per mia sorella è un po’ più lavorata, sia ai lati che sul davanti… io dico sempre che è venuta fuori un po’ più stile colletto all’uncinetto 😛

Inoltre è arricchita dal piccolo particolare della madreperla rosa, che conferisce molta più luce al girocollo.

Per quanto concerne nello specifico la decorazione della collana all’uncinetto… bhe questo dipende tutto dalla tua creatività 🙂

Come dico sempre a chi me lo chiede, la tecnica freeform non è altro che la libera espressione della fantasia che prende forma.

Photo Credit: Roberta Cammarano